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Incontro presso il Cinema “Perla” Parrocchia di S. EgidioINCONTRO A BOLOGNA CON LE “AQUILE RANDAGIE”
Dal titolo “Ogni giorno, per Un Giorno in Più”
(Inserito da: Bruno Zauli)

Sabato, 21 febbraio 2009 siamo andati pieni di entusiasmo a sentire le “Aquile Randagie” che rappresentano a mio parere una parte della Storia dello Scautismo Italiano che ci hanno eroicamente tramandato i principi in cui anche noi crediamo. L’incontro iniziava alle 15,30: la sala si è pian piano riempita all’inverosimile. Bravissimo il ragazzo che ha introdotto gli interventi. Purtroppo due delle “Aquile” non era presente all’incontro, ma sono stati raggiunti telefonicamente e abbiamo potuto sentire le loro voci.
Ma chi sono le “Aquile randagie”?


Il 9 aprile 1928 il Consiglio dei Ministri emana il decreto n.696, firmato dal capo del Governo Mussolini e dal Re, con il quale viene dichiarato soppresso lo Scautismo.
Ma a Milano e Monza alcuni Capi sono decisi a serbare fede alla Promessa. Nello stesso giorno in cui le fiamme dei Riparti milanesi vengono deposte sull’altare dell’Arcivescovado, sulla Fiamma del Milano II viene pronunciata una promessa. E’ l’inizio dello scautismo clandestino che sorge con il preciso obiettivo di resistere
“Un giorno in più” della durata del fascismo.
...E così fu. Per quasi 17 anni, sotto la guida infaticabile di Kelly, Baden e altri Capi di straordinario carisma, le Aquile Randagie continuarono le attività e, all’alba della Liberazione, consegnarono all’Italia uno scautismo vivo, gioioso e temprato dalle prove.
Oggi a 80 anni dal suo inizio, l’esperienza delle Aquile Randagie rappresenta ancora una fulgida testimonianza di come lo scautismo, vissuto con passione e consapevolezza conservi un’eccezionale potenzialità educativa, nell’aiutare i giovani a sviluppare una propria personalità rifiutando i numerosi condizionamenti che la società impone, rispetto ai quali è possibile resistere “un giorno in più”.


Diversi gli interventi, ma quando è intervenuto don Giovanni Barbareschi, ex-aquila randagia, 86 anni, abbiamo subito capito che stava parlando un “grande”. Ha esordito dicendo:
“Non sono un prete-scout, ma sono uno scout diventato prete”.
La storia si è fatta subito interessante, tanto è vero che ho iniziato a prendere appunti.
Poi ha continuato (con una citazione di San Paolo):
“L’uomo è chiamato a realizzare la sua libertà; mi sono innamorato di queste parole e ho desiderato soltanto di essere un uomo libero.
Il primo atto di fede che l’essere umano deve compiere è nella sua libertà, anche se la libertà è frenata da molti condizionamenti. La vera libertà è come una piccola isola nell’oceano dei condizionamenti. Mi sono messo dalla parte di chi non aveva libertà, con l’aiuto di altre aquile Randagie quali don Andrea Ghetti, Bigatti, Giulio Uccellini: insieme abbiamo fondato l’ “OSCAR”. Lo scopo era quello di aiutare i militari italiani, inglesi, ebrei, fornendo loro documenti falsi e portandoli fino in territorio svizzero con espatri clandestini. Riuscimmo a ottenere 3000 documenti e 2000 espatri seguendo quello che ci diceva la Legge Scout. Uccellini portò via da un ospedale un bambino ebreo. In quegli anni uscirono anche clandestinamente 26 numeri del giornale “Il Ribelle” e 11 numeri dei “Quaderni del Ribelle”. Molti di noi finirono in carcere, altri furono deportati nei campi di concentramento, molti di noi morirono.
Ma , anche se nel ’45 ci siamo liberati del Fascismo, la società in cui viviamo adesso non è certo quella in cui speravamo di vivere. Anche se viviamo in una Democrazia, è come se una mano cerchi di strangolarti e di toglierti la libertà, ci troviamo in un clima di subdola persuasione.”
Don Barbareschi ha concluso con una preghiera dopo di che è iniziato un lunghissimo applauso con la platea che si è alzata in piedi. E’ stato un momento estremamente emozionante. Io, e non solo io, avevo le lacrime agli occhi. Mi sono resa conto di avere avuto un’eccezionale opportunità di essere presente ad un incontro di una persona molto importante.
E’ intervenuto Mario Isella, una delle A.R. monzesi il quale ha raccontato di come entrò a fare parte degli Esploratori. Fu un istruttore scout, Beniamino Casati che invitò lui e altri ragazzi in questa nuova avventura che sarebbe sfociata nelle Aquile Randagie.
Il pomeriggio è proseguito con altri interventi. Al banchetto fuori della sala cinematografica ho acquistato il libro “Le Aquile Randagie” della edizioni Fiordaliso. Ma ormai dovevamo andare. E’ stato un pomeriggio memorabile...

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